Il nero incontrato per strada - Lazio Trasgressiva

Il nero incontrato per strada - Lazio Trasgressiva

Con fuseaux neri, maglietta e scarpe da ginnastica, passeggiavo tranquillamente quando incrociai un nero coatto, alto, con i capelli da rasta, muscoloso e, pensai maliziosamente tra me e me, sicuramente con un grande cazzo da vero toro.

Inutile dire che mi sentii immediatamente attratta sessualmente da lui e così iniziai a fantasticare e desiderare le cose più laide e porche da fare con questo nero sconosciuto. Mi colse, immediata ed improvvisa, la voglia di succhiargli il cazzo, di farmi scopare e inculare da lui. Di bere il suo sperma….

Mi fermai e, appoggiata ad un muretto, cominciai a fingere di fare degli esercizi sparandogli volutamente delle pecorine incredibili tant'è che il negrone dovette eccitarsi non poco perchè mi sorrise con sguardo complice e malizioso. In pochi attimi lo agganciai e ci sedemmo sul muretto cominciando a parlare del più e del meno.

Mi disse di avere 27 anni, di essere senegalese e mi confessò di piacergli. Io lo misi al corrente di avere un compagno ma altrettanto in fretta gli confessai che anche lui mi piaceva tantissimo, addirittura, senza freni inibitori, gli dissi che mi eccitava da morire e gli chiesi se fosse disposto a "soddisfare" una donna di 52 anni impegnata. Lui non solo disse che era disponibile, ma che mi avrebbe " fottuto" molto volentieri col suo cazzo. Scoppiammo a ridere e con fare malizioso e da gran troia, gli chiesi come ce “l'avesse”, se era grosso e duro. Lui mi rassicurò garantendomi che era un fuoriclasse, sia per le dimensioni, sia per la sua abilità a letto e aggiunse che se volevo me lo avrebbe fatto vedere, se mi piaceva era mio, potevo farci tutto quello che desideravo, altrimenti pazienza. Già con la brasiliana bagnatissima, risposi che ero curiosa di vederlo e continuammo a fare battute, da finta ingenua gli guardavo la patta e lo stuzzicavo dicendogli che non sembrava che ce l'avesse così grosso come asseriva, con lo sguardo fisso sulla sua patta mi mordicchiavo il labbro inferiore e gli chiedevo di farmelo vedere li, subito. Ovviamente non era possibile, ma visto che in quel momento non passava anima viva, poggiai un dito sui suoi jeans, come una liceale alle prime armi... quando poi lui, evidentemente arrapato, divenne piuttosto disinibito dicendo che desiderava farmi godere, soffocarmi con il suo cazzo enorme, che mi avrebbe massacrato il culo, che mi avrebbe riempita di sperma.... beh persi letteralmente la testa, mi fece eccitare tantissimo e, decisa a farmi fottere da lui, gli dissi senza più indugi di voler provare il suo attrezzo, di volerlo sentire tutto dentro di me.

Lo misi al corrente di avere l'auto nei paraggi e che potevamo andare subito, con prudenza e cercando di non dare nell'occhio, a casa mia a trombare e lui non se lo fece di certo ripetere due volte e così ci recammo da me.

Una volta arrivati, gli dissi di essere sudata e che avevo bisogno di una doccia, ma lui mi disse che voleva "prendermi" così, sudata e strapazzata. Un brivido di piacere e di libidine mi percorse tutto il corpo e, presolo per mano, lo condussi in camera da letto dove cominciammo a baciarci. Era alto, molto alto e facevo fatica a baciarlo, ma lui mi prese praticamente in braccio e, con le mani appoggiate alle chiappe, prese a slinguazzarmi per bene. Io contraccambiavo in un bacio profondo e prolungato. Prese a leccarmi il collo e dietro le orecchie (il mio punto erogeno per eccellenza), lo sentivo ansimare eccitandomi ancora di più. Mi calò i fuseaux e la brasiliana, mi fece sedere sulla poltrona e cominciò a leccarmi figa e culo. Sentivo la sua lingua esplorarmi l’intimità, sputava sul buco del culo e lo leccava avidamente, mentre due dita presero ad esplorarmi la vagina. Dopo qualche minuto, non ce la facevo più, volevo scopare, volevo il cazzo e glielo dissi.

Si alzò, si spogliò completamente nudo e si stese sul letto. Lo spettacolo che si parò ai miei occhi mi lasciò senza fiato. Un nero volgare, tatuato, un vero bull con un cazzo nerissimo, umido, grosso, noduloso che aspettava solo i miei servizietti, era lì a mia completa disposizione. La cappella, invitante e golosa, era turgida e violacea, gonfia e lucida. Reggeva dritto l’impressionante cazzo guardandomi in attesa mentre in fretta finivo di denudarmi completamente, impaziente di godermi quell’uccello impressionante.

Nuda, lo raggiunsi e mi adagiai al suo fianco e mentre lo baciavo in bocca, presi il grosso cazzo in mano cominciando ad andare su e giù in una gran sega, lo tenevo in mano e ne rimaneva fuori metà tanto era grosso. Rapita da quello spettacolo, lo vedevo scappellarsi nella mia mano, era durissimo, sentivo dei noduli al tatto, venature dure e, immaginai, garanzia di godimento intenso una volta dentro di me.

Poi, impaziente di prenderlo in bocca, senza esitazioni presi a leccare la grossa cappella con colpi decisi e profondi, lappavo la testa del cazzo come fosse un cono gelato, filamenti di saliva si allungavano dalla cappella alle mie labbra. Uhm che odore che emanava, un odore di selvatico, misto all'odore tipico della testa del cazzo, il suo sudore aveva un profumo acidulo che mi faceva letteralmente perdere la testa. Intanto, tenendola stretta nella mano, gli leccavo tutta l'asta, la mordicchiavo di lato e sopra, arrivavo ai testicoli, li leccavo e succhiavo per bene e poi ritornavo alla cappella che ingoiavo avidamente. Era faticoso tenerla in bocca, era veramente mostruosa, gonfia e turgida. Mugolando di piacere, con la bocca allargata allo spasimo date le dimensioni, la circondavo alla base del prepuzio con le labbra a ventosa avvertendo un vago odore di smegma, intanto la lingua solleticava come impazzita l’uretra; ero eccitatissima mentre gli facevo il pompino. Con la mano dietro la mia nuca, mi osservava intenta a lavorarmi di bocca il suo cazzo godendo, con la lingua continuavo a solleticare la testa del cazzo, con le labbra la ciucciavo, la risucchiavo. Intanto gli accarezzavo il torace e i coglioni mentre presi ad andare velocemente su e giù sull'uccello tenuto fermo dal senegalese, il cazzo nero entrava e usciva dalla mia morbida e calda bocca come fosse acciaio rovente in un grandioso pompino da manuale. Reso ancora più umido dalla mia saliva, era così duro da far spavento. Cercavo di prenderlo per intero in bocca ma con scarsi risultati, infatti quando sentivo la cappella lambirmi la gola, notavo che ne avevo in bocca circa un terzo.

In pochi minuti lo portai al massimo dell'erezione con la bocca e gli chiesi di mettermelo in figa. Mi posizionai carponi sui gomiti e sentii la pressione della sua cappella sulle labbra della mia passera. Fu una sensazione paradisiaca quando mi entrò completamente in corpo col suo cazzo esagerato, andava avanti e indietro a ritmo serrato mentre le mani mi palpavano le tette, i glutei. Era veramente bravo a letto, mi scopava con esperienza e passione, nonostante i suoi 27 anni.

Ad occhi chiusi godevo come una porca, da gran troia lo esortavo a non fermarsi, a scoparmi selvaggiamente cosa che lui faceva senza pietà. Con colpi violenti e ben assestati, mi stava scopando alla grande, ad ogni colpo mi faceva andare in avanti in un gioco incredibilmente selvaggio ma proprio per questo eccitantissimo. Mi ficcò un dito in bocca ed io cominciai a succhiarlo avidamente mentre mi dava della troia, mi chiedeva se mi piacesse ed io annuivo lamentandomi, la testa immersa nel cuscino, stringendo tra le mani il lenzuolo e incapace di parlare tanto stavo godendo. Il palo turgido mi entrava ed usciva dalla vulva sfregando sulle sue pareti portandomi a godere come una folle, mi sentivo riempita da quel tubo caldo e duro, pulsante, noduloso, avvertivo la cappella dalla circonferenza maggiore confronto all’asta che mi allargava e mi riempiva la figa mentre sbrodolavo copiosamente. Ad occhi chiusi godevo, godevo da morire fino a che, con un lamento prolungato, venni in maniera intensa, profonda, selvaggia, in un orgasmo incredibilmente prolungato.

Con la vulva sgocciolante, mi girò su un lato, mi alzò una gamba e mi penetrò da dietro. Mentre mi palpava le tette, potevo vedere quel "mostro" che entrava ed usciva dalla mia figa piena di umori e di liquido seminale del nero in una scopata da antologia. Intanto mi poggiò una mano sulla pancia, toccava il punto dove il suo cazzo mi entrava in figa e cercavamo di baciarci in un tripudio di libidine e godimento. Mi stava letteralmente massacrando la patata, ma mi piaceva quel trattamento selvaggio e maschio. Lui era un vero toro da monta, con il cazzo pieno dei miei umori ed ancora duro come il marmo, si distese e mi fece salire su di lui. Sentii la grossa cappella che si faceva di nuovo strada nella mia figa e, in uno smorzacandela da paura, cominciai a saltare col bacino sul suo cazzo in maniera violenta, praticamente adesso ero io che mi scopavo lui, con le tette che sbattevano sul suo torace mentre mi teneva ferma con le mani sul culo. Poi mi alzai, sempre con l'uccello dentro di me, mi feci sorreggere dalle sue mani e continuai a cavalcarlo con una voglia e una passione incredibili. Godevo nel sentirmi porca, mentre tradivo il mio compagno con un nero sconosciuto, nel letto dove tante scopate facevo con lui, godevo al pensiero di trombare con un negrone da monta che mi stava devastando la figa. Venni intensamente una seconda volta strillando e mugolando, con gli occhi strabuzzati.

Adesso lo volevo in culo, desideravo “venire” con quel cazzo enorme nell'intestino. L'unico timore era per l’incolumità del buco del culo che, nonostante ne avesse beccati tanti, non sapevo se reggesse l'urto con un mostro del genere, ma lo volevo, lo volevo intensamente nel culo e glielo dissi senza alcun timore.

Mi riportò a pecorina e, appoggiata la grossa cappella al buco, cominciò ad incularmi in maniera inesorabile, selvaggia e laida. A parole è impossibile descrivere il dolore che mi provocava quel bastone in culo, so che me lo aveva rotto perchè notai tracce di sangue, ma ormai partita di testa, lo scongiuravo di non fermarsi, di andare a fondo e il porco mi accontentò di buon grado ed infatti prese ad incularmi ancora più violentemente tanto che avvertivo l'intero cazzo piantato in culo, fino all'intestino. Dallo specchio dell'armadio, vedevo me stessa stravolta dal piacere e lui dietro intento a massacrarmi il culo, eccitata all'inverosimile mi godevo quell'inculata inesorabile ed incredibile, mi prendeva sulle scapole e mi attirava a se facendo entrare il cazzo giù in profondità, ero prigioniera di quel nero sconosciuto. Me lo stava spaccando per bene e mi ritrovai a pensare che avrei camminato in maniera innaturale per i prossimi giorni, ma ora tutta me stessa era proiettata solo verso il godimento estremo per cui il dolore cessò lasciando il posto al solo godimento.

Era bravissimo. Lo tirava fuori dal culo e lo ficcava nella mia figa, poi faceva il contrario in una girandola incredibile e fu così che, folle di piacere intenso, venni per la terza volta, sempre in maniera intensa e profonda, come una cagna raggiunsi l'orgasmo mentre mi fracassava culo e vulva. Fu una "venuta" intensa, profonda, appagante. Capii che ormai era prossimo pure lui a sborrare e desideravo la sua sborra, la desideravo tutta in bocca.

Stravolta dalla goduria, “sborrami in bocca” fu l’unica cosa che riuscii a dire con un filo di voce sensuale e immediatamente lui, ormai pronto a godere, si alzò, gettò un cuscino in terra, mi fece inginocchiare e mi disse di mostrargli come sapessi far sborrare un maschio con la bocca, promettendomi tanta sborra calda tutta da bere.

Una grande pompinara come me accetta tali sfide e così, mani appoggiate alle sue cosce, presi nuovamente in bocca il grosso cazzo andando avanti e indietro ben decisa a farlo venire nella mia avida ed ingorda bocca. Lasciavo scivolare la cappella fino in gola, con una sensazione di riempimento totale che mi soffocava ma non mi importava, le narici allargate in maniera innaturale in cerca d'aria mentre lo spompinavo in maniera incredibile. Lui mi reggeva la testa con tutte e due le mani incrociate dietro la nuca, sudato ed ansimante, quando sentii uno, due, tre, quattro schizzi violenti e densi inondarmi la gola, ad ogni schizzo lanciavamo insieme dei mugolii. Dio quanta sborra mi scaricò in bocca, era pazzesco. Di pompini con ingoio ne ho fatti tantissimi, ma sinceramente una quantità così esagerata di sborra non mi era mai capitata fino a quel momento. Avevo la bocca completamente piena del suo sperma denso e caldo che, per forza di cose, con un rumore strano, mi schizzava fuori dai lati delle labbra come vomito colandomi sul mento, sulla gola e sulle tette. La maggior parte la mandavo giù ingoiandola avidamente e facendo una vera scorpacciata di latte di nero.

Dopo essermi sciacquata velocemente, lo riaccompagnai e non lo rividi mai più. Tornata a casa, subito feci una doccia e spalmai una crema lenitiva sia sulla figa che sul buco del culo, ambedue devastati da quel grande cazzo nero che mi aveva fatto andare in estasi. Inoltre, avevo mascella e mandibola indolenzite.

La sera, con una banale scusa, rifiutai le avances del mio compagno...... nonostante fossi ingorda di cazzo duro, ero ancora sazia di cazzo nero!

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