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  • Autore: Alessandra
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Vacanza in Sardegna - Lazio Trasgressiva

Ciao a tutti sono Alessandra 27 anni! Ho trovato il sito per caso, ma lo trovo interessante, tanto che ora lo visito spesso. Vi racconto la mia vacanza in Sardegna in agosto 2008. A maggio io e il mio ex fidanzato avevamo rotto definitivamente non sopportando più le sue bugie e tradimenti. Di mezzo c'era la vacanza in Sardegna da tempo prenotata e pagata. Alla mia richiesta mi disse di arrangiarmi che della vacanza con me non gliene fregava più nulla. Pazienza! Quel che accadde poi lo benedico ancora adesso. Imbarcai a Genova, passai una notte agitata, ancora non riuscivo a dimenticarlo nonostante le sue bugie, eravamo insieme da due anni. Ripensai alle belle serate a casa sua chiusi a fare l'amore, alle sue carezze, al suo sapore e alle sue leccate. Nella cuccetta mi ritrovai a eccitarmi al pensiero dei ricordi passati. Ero sdraiata in canotta e perizoma, senza rendermene conto mi ritrovai a gambe aperte con il dito che solleticava da sopra il perizoma la dolce e bagnata figa, volevo smetterla, ma era più forte di me, scostai il perizoma, introdussi un dito nelle labbra bagnate e desiderose di lingua, affondai tutto il dito e mi sfuggì un mugolio di piacere. Lo estrassi e con calma iniziai a leccarlo. Lo rimisi dentro, anzi due, da come ormai era gonfia e desiderosa la mia fighetta, uno non bastava più, mi masturbai con calma gustandomi il piacere solitario che per ora potevo darmi. Venni con brevi sussulti inarcando la schiena a ogni ondata di piacere. Leccai le dita e le ringraziai del piacere datomi. Finalmente riuscì a dormire. Mi svegliai verso le 6, giusto in tempo per una toilette e colazione al bar. Alle otto ero già in macchina diretta al sud Sardegna in un paese sul mare, dove avevamo affittato un appartamento, impostai il navigatore e via. L'aria odorosa di fiori ed erbe entro quasi subito in macchina, aprì un po’ il finestrino e mi godetti i profumi rilassandomi e sentendomi bene, forse anche dal lavoro delle dita della notte. Una pattuglia della stradale mi ricordò che sulla statale il limite era di 90 km, rallentai, non ci voleva certo una multa per rovinare tutto. Nei pressi di uno splendido nuraghe mi fermai per un caffè e per fare gasolio. Scesa dalla macchina mi assalì una ventata di odori meravigliosi, avevo fatto proprio bene a godermi la vacanza. Presi il caffè e con piacere notai due ragazzi che, seduti al tavolino, ammiravano le mie gambe e il mio sedere, Indossavo un vestitino elastico rosa, che senz'altro metteva in evidenza il sedere e il perizoma. Ne fui piacevolmente colpita, li ricambiai con un sorriso, e con la scusa più banale chiesi se per il paese di P... mancava molto, mi risposero gentilissimi che avevo ancora circa due ore di strada, di andare piano che la stradale era in agguato con autovelox. Ringraziai sorridendo, presi una rivista e feci per pagare ”Tutto a posto!” Mi disse il cassiere, girai lo sguardo verso i ragazzi di poco prima, mi risposero, anche loro sorridendo, che quello era il loro benvenuto per me in Sardegna. Ridemmo tutti e tre, ringraziai ancora, senza prima negarli la vista del mio sedere, feci cadere le chiavi della macchina, m’inchinai per raccoglierle mostrando loro il sedere che urlava per uscire da quel vestitino. Non è un invito! Mi affrettai a dirloro, e solo il mio modo di dirvi grazie. Uscì, lasciandoli divertiti e senz'altro eccitati, risalì in macchina e ripresi la strada. Arrivai a Cagliari, seguì le indicazioni del navigatore e senza problemi mi ritrovai a destinazione. Subito dopo Cagliari avevo chiamato la padrona dell'appartamento dicendole che sarei arrivata in venti minuti, così fu. Mi aiutò a scaricare il bagaglio, mi fece vedere le stanze e m’invitò a pranzo. Accettai ben volentieri. Dopo una rapida doccia mi presentai da loro, mi presentò il marito e il figlio sedicenne, un bel ragazzo moro con due occhi fantastici. Pranzammo allegri, ogni tanto qualche frase in sardo che non capivo, loro si scusavano e traducevano, chiesi anche dove potevo noleggiare una bici, ma si figuri! Disse lei, Renzo prepara la mountain bike per Alessandra, disse al figlio. Dopo di ciò mi ritirai ringraziando per il pranzo, mi distesi sul letto fresco, una piacevole allegria mi invase, un brivido mi corse lungo la schiena e travolse la mia fighetta. La sentì aprirsi come un fiore e bagnarsi di umori, aprì le gambe, spostai lo slip e mi toccai, ero tutta bagnata, non mi seppi spiegare quell’eccitazione improvvisa, forse l'essere sola con gente simpatica e cordiale come loro azzerò le mie barriere, un dolce languore mi prese il ventre e mi fece sospirare. Come un automa mi misi alla pecorina, come quando aspettavo il cazzo del mio ex, mi tolsi lo slip sfilandolo con calma, allargai le gambe e aspettai in quella posizione una lingua o un cazzo che non sarebbero arrivati. Presi lo slip, me lo premetti forte sul viso e aspirai il mio profumo intenso di figa. Con tutta calma iniziai a toccarmi con il dito, infilandolo dentro la fighetta e leccando i miei umori, mi era sempre piaciuto farlo anche da adolescente, e ora più che mai me lo gustavo. Mi ricordai di aver messo in valigia un kit per casi estremi di solitudine! Tolsi il dildo dalla valigia, mi rimisi alla pecorina e iniziai a passarlo sulla fighetta, poi con sempre più eccitazione nel culetto, lo leccai un paio di volte, rigiratami, apri le gambe e m’infilai il dildo in figa, prima lentamente e poi con sempre più vigore, ogni colpo sempre più dentro, tanto che i suoi 25 cm ben presto sparirono dentro il mio ventre. L'orgasmo fu eccezionale, un tremore mi pervase, ebbi due orgasmi di fila, mi abbandonai tenendomi il dildo dentro, mi rilassai, dopo dieci minuti lo estrassi e lo leccai avidamente come si fa dopo un pompino che si deve. Mi addormentai con solo una T shirt, lasciando la fighetta all’aria fresca della stanza. Mi svegliai verso le cinque, mi stirai le braccia e feci una doccia. Mentre mi asciugavo sentì Renzo che chiamava la madre dicendo che la mountain bike era pronta, ottimo pensai, così mi vestì con il perizoma, pantaloncini corti, reggiseno, T shirt e uscì dalla stanza. Una bella calura mi colpì, rispetto all’aria condizionata della stanza c’era una bella differenza. Salutai e ringraziai Renzo lui mi guardò estasiato, balbettò “Prego” e chiamò la madre. Lei uscì e in sardo lo redarguì, capi qualcosa come di chiudere la bocca rimasta aperta per la mia vista, risi. Montai sulla bici ma il sedile era troppo basso, chiesi a Renzo cortesemente di sollevarlo un po’, in un attimo si avvicinò, rimasi cavalcioni sulla canna mentre Renzo lo sollevava, lo provai, era perfetto, lo ringraziai e salì, lo vidi leggermente eccitato, lo stare vicino con le mani al mio culetto evidentemente l’aveva colpito. Pedalai verso il mare di buona lena, l’aria e i profumi della campagna mi inebriavamo, quasi come una bella scopata pensai. Alcune persone che mi sorpassarono mi fecero i complimenti, mi passai la mano sul bordo dei pantaloncini e trovai il perizoma fuori, salutai con la mano e ringraziai divertita. Ma chi se ne frega! Pensai, ormai avevo cambiato veramente modo di agire e pensare, volevo divertirmi, null’altro. In spiaggia trovai un angolo appartato, mi tolsi il reggiseno e pantaloncini rimanendo in perizoma a godermi il sole sardo per la prima volta. Sentivo ogni tanto i commenti delle persone che passavano, alcuni carini altri meno, pazienza. Arrivarono le 18.30 circa, mi rivestì, presi la bici e via di nuovo. Arrivai in paese, feci un giro per le vie, trovai tanti negozi che già stavano aprendo per la sera. Mi fermai ad un bar in piazzetta, dopo 2 secondi arrivò un ragazzo, capelli corti neri, abbronzato, un viso veramente carino, circa 1.70, dalla camicia bianca aperta intravedevo il petto con pochissimi peli, ma ben tonico. Ciao! Mi disse sorridendo, risposi al saluto contraccambiando il sorriso, gli chiesi una coca, arrivò subito dopo con coca e un piattino contenente alcuni dolcetti locali, omaggio per le nuove turiste mi disse, son così riconoscibile le chiesi ridendo, si! Sei ancora bianca rispose. Ridemmo e si allontanò verso altri clienti. Bevetti e mangiai i dolcetti, squisiti veramente. Lo chiamai per il conto. Avvicinatosi le chiesi subito il nome, odio chiamare “cameriere”, lui era Marco, Alessandra dissi, ci stringemmo la mano, mi disse subito che era tutto a posto, suo omaggio, accidenti, dissi, oggi è già la seconda volta gratis. Brevemente gli raccontai la sosta a metà strada. Noi sardi siamo così! Disse. Mi invitò a passare la serata da loro che ci sarebbe stato un trio musicale. Di buon grado accettai e lo salutai, a stasera allora, gli rimandai, OK! Che bel ragazzo! L’avevo osservato come camminava, aveva anche un bel sedere, che non guastava. Arrivata alla stanza subito la signora mi chiese se fosse tutto a posto, “Ottimo signora” le risposi, posai la bici entrai in camera e mi buttai sul letto. Il mio culetto non era più abituato al sellino, tanto che mi faceva un po’ male, pensai “qua ci voleva un bel massaggio”. Mi rilassai, feci una doccia, cucinai una bella bistecca e mangiai. La camera era al secondo piano, dalla finestra vedevo la campagna ormai quasi avvolta dal buio, accesi la TV aspettando l’ora per uscire, finito il TG iniziai a scegliere come vestirmi, ripensando a Marco volevo essere bella per lui, davvero mi aveva colpito. Optai per minigonna, immancabile perizoma, non misi reggiseno, provai una camicetta, non mi convinse, ma purtroppo nel viaggio le altre si erano sgualcite. Lasciai quella, presi il giubbotto e uscì. Passeggiando mi ritrovai con forza a pensare a Marco, possibile? Appena conosciuto e già così nei miei pensieri, un calore che puntava giù dritto verso la figa me lo confermò. La sentì rispondere e gonfiarsi, meno male ho messo il perizoma, pensai. Cercai di non pensarci più e mi avvicinai a negozi di gioielli. Spille sarde e altri monili mi tolsero i pensieri da lui. Arrivai verso le 22 al bar, vidi Marco già al lavoro, lo salutai con la mano e mi sedetti su un tavolo libero. Subito dopo lui arrivò, il calore mi riprese, “non qui Alessandra” mi disse, mi indicò un tavolo libero in pole position, aveva riservato un tavolo per me. Ci trovai un vaso con fiori stupendi, iniziai a tremare, anche lui era stato colpito da me pensai, così era. Mentre mi faceva accomodare mi disse che quello era il tavolo per la più bella turista che mai avesse visto. Esagerato! Gli risposi, ci sorridemmo scambiandoci un dolcissimo sguardo pieno di promesse. Ora il calore iniziale era un fuoco, la fighetta reclamava assistenza immediata, calmati tesoro pensai, se le cose stanno così penso che tu stanotte possa trovare pene per i tuoi dentini. Ormai mi ritrovavo libera, consapevole di gustare appieno ciò che avevo desiderato in quei mesi di solitudine dopo la rottura con il mio ex. Marco ritornò con un cocktail di frutta, lo posò, prese da un carrello dei dolci e me li offrì. Ringraziai con un sorriso, gli chiesi se poteva sedersi un secondo. Sedutosi gli chiesi del bar, disse che era suo e che per fortuna stava lavorando molto bene. Senza mezzi termini gli dissi che raramente avevo incontrato persone carine e gentili come lui, è forse solo perché sono una turista? No! Quando sei arrivata stasera, appena ti ho vista, è stato come uno schiaffo al cuore, sei bellissima, non sei fidanzata vero? No! Non più. Nemmeno io, mi prese la mano e la baciò delicatamente, strinsi le gambe, ero zuppa. Io strinsi la sua facendogli capire che anche lui aveva colpito me. Si scusò, ma altri clienti arrivavano, doveva assisterli. Intanto il trio iniziò a suonare, musica varia, da successi recenti a vecchi evergreen, la serata era iniziata alla grandissima e prevedeva alla fine pioggia di baci carezze e altro……… Rimasi chiaramente li gustando il cocktail, i dolcetti e scambiando sguardi con Marco pieni di promesse ma soprattutto di sesso. Passò la serata, alla mezzanotte la musica cessò, la gente non aveva voglia di rientrare, anzi aumentava. Dopo un po’ Marco si sedette vicino, mi chiese se mi annoiavo, assolutamente no, risposi, verso che ora puoi chiudere? In genere verso le due, mi aspetti? La risposta mi uscì in automatico, con piacere, certo. Aveva un appartamento tutto per lui sopra il bar, mi diede la chiave non senza tremore, gli strinsi forte la mano e la presi. Mi indirizzò sul retro, salimmo le scale e mi aprì. Ora devo scendere, disse, lo abbracciai stretto dandogli un bacio a lungo represso, lui meravigliato dalla mia reazione, si riprese subito, mi strinse e mi baciò anche lui con ardore. Gli premetti il mio ventre sul suo sesso, lui fece altrettanto, trasalì, lo volevo! Mi diede un tenero bacio e scappò. Mi recai in bagno, ispezionai la fighetta, tolsi il perizoma e lo misi in borsa, calmati amore tra un po’ lo prendiamo tutto. Sedetti sul divano con il cuore impazzito, stava capitando, si! Non provavo questa sensazione da anni, nemmeno con il mio ex mi era mai successo. Entrai in camera da letto, si stava benissimo, tolsi la camicia rimasi a seno nudo, i capezzoli facevano bella mostra, tolsi la gonna e attesi lì nuda sul letto. Dormicchiai un po’, l’aprirsi della porta mi svegliò completamente, il cuore mi riprese a battere forte, il dolce calore ridiscese sulla fighetta che si apriva e si bagnava, divaricai leggermente le gambe mostrandola in tutto il suo gonfiore. Marco entrò, come mi vide rimase di stucco, non si aspettava la sorpresa, sorridemmo. Ciao! Ciao risposi. Che bella sorpresa! Mi alzai e lo baciai con calma, dolcemente, le lingue si intrecciarono scambiando la promessa di dolci leccate. Gli tolsi la camicia, mi faccio una doccia, disse, no, risposi, non posso più aspettare. Comunque odorava di fresco si era senz’altro lavato giù al bar. I miei seni premevano il suo petto, i capezzoli si indurirono in un attimo, continuai a baciarlo mentre lui si slacciava i pantaloni, mi strinse forte il culetto e mi attirò a se. Il suo sesso non più chiuso premeva felice sulla mia fighetta aperta, mi inginocchiai baciandolo, gli tolsi lo slip e liberai il suo cazzo bello duro, lo guardai negli occhi, lui mi prese il viso e se lo avvicinò. Appoggiai il cazzo sul viso e allungai la lingua per leccare l’asta, l’odore di sesso maschile mi entrò nelle narici, mi inebriò, dopo due secondi la cappella era già dentro la mia bocca, lui ansimò leggermente, lo infilai tutto in bocca succhiandolo con avidità, lo feci scorrere in bocca sempre succhiando. Arrivando alla cappella stringevo di più e lui sobbalzava. Mi fece alzare, mi baciò, mi fece sdraiare, si posizionò tra le mie gambe, mi baciò le cosce e si fermò ad un centimetro dalla figa, annusò tutto il mio odore, leccò con dolcezza le labbra della figa ormai piena di succo, affondo la lingua dentro bevendomi tutta. Io mi inarcai, gli presi la testa e la tenni stretta sulla figa, lui leccava e succhiava, iniziai a gemere, i movimenti del mio corpo divennero rapidi, ormai il dolce orgasmo stava per arrivare. Arrivò come un tuono, improvviso, violento, mi fece gridare e gemere, il corpo era scosso da fremiti ogni volta che la sua lingua toccava il clitoride. Dopo una decina di fremiti mi calmai, lui continuò a leccare tutta la figa con dolcezza. Sollevò la testa, ci guardammo, ora ero io che lo baciai senza problemi, il sapore della figa, che io conoscevo, mi arrivò in bocca con la sua lingua. La succhiai dolcemente, e lui la mia. Si stese a fianco con il suo cazzo sempre più gonfio e desideroso di appagamento. Lo presi in bocca e iniziai a succhiarlo desiderosa del suo succo, lui si affrettò a dire che se non volevo non dovevo farlo, lasciai un attimo il cazzo, gli risposi che se doveva interrompere il pompino per dire altre fesserie di star zitto. Sorridemmo e chiaramente ripresi a succhiarlo con più desiderio soffermandomi con cura sulla sua cappella, lo segai dolcemente, lui si stese bene a spalle giù tirando il mio culetto verso il suo viso, è ora del culetto pensai, vaiii, servizio completo. Mi misi bene a 69 sempre spompandolo, infilandomi tutto il suo cazzo in bocca, lui iniziò ad esplorare il culetto con la sua lingua. Gli succhiai il cazzo con cura, lui riprese a sentire il mio buchino con la punta della lingua, con movimenti lenti affondavo ogni qualvolta la sentivo entrare, mi voltai e gli chiesi come mai gli interessava così il buchino, mi piace da morire rispose, dopo voglio amarlo. Vuoi chiavarlo? Si voglio chiavarlo! Sbagliato! Dissi io, vuoi incularlo! Si voglio incularti, disse con voce strozzata. Ripresi il pompino ed ormai sentivo che di lì a poco sarebbe venuto dandomi da bere, la sua lingua si faceva sempre più audace dentro il mio culetto, iniziai anche io a godere. Gli presi un dito della mano destra e gli feci capire di infilarlo tra le labbra della figa, mi masturbò con vigore. Lui mi venne in bocca inondandomi col suo succo, con piacere ingoiai tutto, non l’avrei sputato per nessuna ragione al mondo. Ingoiai le sue ultime gocce mentre il mio orgasmo montava ed esplodeva nella sua mano, lui si affrettò ad infilare la lingua nella figa e bevette i miei umori, succhiò e leccò per minuti, infine ci calmammo. Ci sdraiammo di fronte e ci scambiammo i sapori con un bacio lungo e intenso. Il suo cazzo rimase bello fiero, senza perdere tempo, dopo una veloce succhiata, mi ci sedetti sopra. Me lo infilai tutto in figa, lui mi arpionò i seni e iniziò a stringerli forte, mi tenni alle sue braccia tese e iniziai la dolce cavalcata. Dopo un po’ lui mi disse “ Ale voglio chiavarti io”, lo guardai fissa e gli sorrisi, va bene risposi. Tenendomi per il culetto si alzò, io mi aggrappai al suo collo, e con calma mi stese sul letto sempre tenendomi la figa piena del suo cazzo. Sistemati, iniziò a chiavarmi con calma, io lo cinsi con le gambe e lo strinsi a me, ormai ero in estasi, il suo cazzo entrava ed usciva dalla mia figa senza sosta, facendomi gemere ad ogni colpo, io lo incitai “dai chiavami, dai sbattimi la figa” lui non si fece pregare e con colpi ben assestati continuò il dolce lavoro. Sentivo che voleva parlare, dirmi qualcosa, ma evidentemente era reticente per paura di rompere quell’incontro con qualcosa di sconveniente. Gli dissi di parlare senza problemi o timori. Mi baciò e iniziò a parlare, “ti piace farti sbattere puttana? Troia”, io più che mai presa, annuivo, presa da un piacevole attacco di puttanismo. Dopo un buon quarto d’ora di chiavata e parole dolci e porche, venni, godendo lo strinsi forte, subito dopo mi esplose in figa anche lui, rimanemmo abbracciati stretti, tremanti, ma non ancora paghi. Mi sfilò il cazzo dalla figa, le si avvicinò e inizio a baciarla e a leccarla, grazie amore! Io feci lo stesso, gli presi il cazzo e lo leccai soddisfacendo la mia voglia. Stemmo vicini parlando del più e del meno, dei nostri ex, e di esperienze avute. Gli chiesi se ricordava ciò che mi aveva detto prima mentre lo spompavo, “Certo che mi ricordo”, mi baciò, mi fece girare, io apri le gambe e con le mani mi aprì il culetto. Sentì la sua lingua esplorarmi dentro, leccò a lungo, non sazio del suo odore e sapore. Ansimante si avvicinò al mio viso mi baciò e mi offrì il suo cazzo. Lo leccai piano, lo presi in bocca inondandolo di saliva. Scese dal letto e tirandomi dolcemente per il bacino mi posizionò alla pecora sul bordo del letto. Ero lì aperta e desiderosa del suo cazzo nel mio culetto, appoggiò la cappella nel buchino, mi prese per il bacino e dolcemente iniziò a spingere. Mi stesi bene carponi sul letto inarcando la schiena e aprendomi il più possibile. Entrò, un piccolo dolore ben presto venne e svanì, non lo prendevo più nel culetto ormai da 7 mesi, ma ben presto lo sentì allargarsi e accogliere il cazzo di Marco. Continuò a spingere, io lo aiutavo come potevo dando spinte contrarie alle sue. Ben presto fu tutto dentro, esplorai con la mano. Si! Era tutto dentro! Con calma toccai la fighetta iniziando a masturbarmi mentre lui seguiva il dolce lavoro di chiavarmi il culetto. Ben presto i suoi colpi aumentarono di ritmo come anche i miei movimenti. Sospirai a lungo sentendo il mio orgasmo montare sempre più forte. Dai! Dissi, inculami più forte, dai! Lo fece, sentivo le sue palle sbattere sulle mie dita dentro la figa. Ancora! Inculami! Inculami! Mi diede un ultimo colpo e venne dentro il mio culetto con gemiti strozzati, dopo un po’ anche io trovai pace in un dolce orgasmo. Lui si appoggiò sulla mia schiena e rimanemmo così ansimando. Tolse il cazzo dal culetto e rivoltatami leccò con dolcezza la mia figa per quella sera paga. Dormimmo sino alle 7 del mattino, lui mi portò il caffè e dei dolci, mangiammo guardandoci negli occhi, feci per alzarmi, lui mi prese un braccio e mi tirò a se nel letto, mi baciò, mi rivoltò, leccò nuovamente la figa, mi avvicinò il suo cazzo nuovamente duro e ritto, lo leccai, aprì le gambe e gli chiesi di chiavarmi di nuovo. Venimmo insieme ansimando felici e appagati. Dopo la prima notte ne son seguite altre 24, ma ormai dovevo andar via.
Se la mia storia è piaciuta farò il continuo prestissimo, ciao a tutti!

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25/04/2009 09:44

Alessandra

anche per te scrotolo, ognuno è libero di dire la sua

25/04/2009 01:02

Scrotolo

Che cazzate!!!!

22/04/2009 16:42

paolos

complimenti ad alessandra. la storia e molto "arrappante" e ben scritta. da un uomo di 62 anni che ha vissuto. un bacio a te e alla tua voglia di amare. ciao

16/04/2009 18:02

Raffaele

Speriamo che la pubblichino presto, sono sicuro che anche la seconda storia sarà molto eccitante.

16/04/2009 10:52

alessandra

Ho già inviato la seconda storia sperando vi possa piacere come la prima. Ciao!

15/04/2009 13:16

mahco

Brava Alessandra ci ha fatto piacere leggerti....invece rivolto a tutti: facciamo una colletta e troviamo una mignotta per fotter così non rompe più i coglioni invitando chiunque a ripetere l'esperienza con lui. Fotter vai a mignotte così ti rilassi.

11/11/2009 10:32

Alessandra

x Mauro. Ti consiglio la zona sud, poi se cerchi trasgressioni anche con la tua lei....è il posto migliore.

10/04/2009 17:49

alesandra

Son contenta che vi sia piaciuto il mio primo racconto, ora io e lui siamo fidanzati, e tra poco andremmo a vivere insieme. Tra breve vi manderò il secondo racconto. Ciao a tutti!

10/04/2009 17:40

Antonio

Attendo il seguito del racconto, adesso che sei sul continente chi ti scopa e ti incula? Un bacio sul tuo buchetto posteriore.

10/04/2009 17:17

dado

brava a scrivere, brava a far eccitare i maschietti.....si capisce che sei una ragazza vera,...un solo commento....beato lui !!!!!! decisamente invidioso. un bacio sui tuoi deliziosi buchetti.....

10/04/2009 16:46

fotter76

beato Marco.... se ti va di ripetere l'esperienza anche in città..... fotter76@gmail.com Ciao

10/04/2009 15:53

Raffaele

Storia molto eccitante e ben scritta. Sono veramente invidioso di Marco.

08/10/2010 15:39

gian pietro

avessimo tutti la fortuna di marco,alessandra sei una donna molto eccitante e arrapante da quello che si percepisce dalla storia(vera o falsa che sia)chiamami e lo costateremo

06/05/2009 17:24

il padrone

Alessandra ........................se me la racconti in privato un altra storia finisco che mi innamoro e non ti ho mai vista. Un bacio

06/05/2009 15:59

Alessandra

x il padrone. Beh certo che son tanti, ma devi anche lasciarti andare nel racconto no!!!!! Di certo ne entrano realmente poco più della metà. Grazie anche a te dei commenti, ciao.

04/05/2009 09:27

il padrone

Alessandra, le storie son belle (anche la seconda), te sai raccontarle e scrivi bene, può darsi che tu sia una gran bella figa oppure un cesso, da quello che racconti sei certamente una donna attraente e dotata di una gran carica erotica, ma 25 cm ................ non ti sembrano un pò tanti? potevi dire che aveva un bel manico con misure tanto esagerate sminuiscono la veridicità dell'intera storia. Un bacio

02/11/2009 23:25

Mauro

Anche io come te sono andato in vacanza in Sardegna e ho incontrato innanzitutto un' ospitalità davvero alle stelle. Ma soprattutto questo senso di sesso e felicità che c'era nell' aria. Le ragazze sarde poi.... splendide! è successa una cosa simile anche a me. W la Sardegna, se sai dove andare ovviamente ;)

01/06/2009 13:53

antonio

sei una troia

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